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lunedì 22 gennaio 2018

Dietro le quinte del MET: le tante sfaccettature delle Scienze della Terra

Il 18 di gennaio 2018 usciva sul sito  https://www.lavocedinewyork.com/ l'articolo

"Dietro le quinte del Met, gli scienziati del bello sono tre italiani Marco Leona, Federica Pozzi, Elena Basso: ecco chi applica alle opere del Met e di tanti altri musei newyorkesi la (necessaria) lente scientifica"



Scritto da Giulia Pozzi e Stefano Vaccara
 

L’articolo ci porta nei laboratori del Metropolitan Museum (MET), un labirinto di ampi corridoi e luminose sale in cui perdersi è un vero piacere. 





Il MET è il museo americano che possiede il laboratorio scientifico più avanzato e un corpus accademico di scienziati molto importante. Il laboratorio ospita strumentazioni all'avanguardia, potenti microscopi, tecnologie di ogni tipo, e tanti scienziati – 14 lo staff stabile, con cicliche incursioni di borsisti – che ogni giorno lavorano per scoprire o approfondire la verità materiale degli oggetti d’arte, a scopo di ricerca e di conservazione. Tra questi sono presenti diversi Italiani ed alcuni di questi si sono formati all’Università di Pavia con percorsi legati alle Scienze Geologiche. Protagonista dell’intervista è Marco Leona con le sue collaboratrici Federica Pozzi e Elena Basso. Leona spiega come sia approdato negli USA dopo una laurea in Chimica e un dottorato di ricerca in Mineralogia e Cristallografia all’Università degli Studi di Pavia e come abbia investito tante energie per creare il laboratorio che dirige.

I tre italiani sono coinvolti in un progetto iniziato da circa un anno la missione la “Network Initiative for Conservation Science”. Una iniziativa di cui Federica Pozzi è responsabile, alla quale lavora anche Elena Basso, e finanziata dalla Andrew W. Mellon Foundation. Pozzi ha una laurea e un dottorato di ricerca in Chimica all'Università Statale di Milano mentre Basso una laurea in Scienze Geologiche e un dottorato di ricerca in Scienze della Terra. Elena Basso ha frequentato lungamente il nostro Dipartimento e si sempre dimostrata una ricercatrice brillante dotata di robusto metodo scientifico e naturale curiosità. Questa sinergia tra conoscenza e capacità di collaborare e interagire con professionalità differenti è testimoniata anche dal fruttuoso connubio con Pozzi al MET
Temerarietà, immaginazione e tanta voglia di lavorare sono state insomma le qualità necessarie per realizzare quello che, fino a poco più di 12 mesi fa, era ancora un sogno. 21 progetti di varie dimensioni, 94 opere d’arte analizzate, tutte le richieste pervenute da altri musei e istituzioni soddisfatte in un solo anno di lavoro: i presupposti sono ottimi.


 

Complimenti Elena!!!